FAMIGLIA

sul fascismo e altre calamità

venerdì 21 febbraio ore 21,00

Melodramma contemporaneo a modo de grottesco – quasi un romanzo –

di e con
Norberto Presta

Un funerale in un quartiere di Buenos Aires, nella casa d’una famiglia di
immigranti italiani. Una donna che rimane sola, senza famiglia, nessuno che le dica
quello che deve fare. Un cugino che non arriva. Più per curiosità che per amicizia
alcuni vicini le fanno compagnia in questa serata definitiva. Lei accoglie i visitatori
con biscotti da lei fatti, con le sue acque aromatizzate e i suoi misteri. Poco si sa di
quella famiglia riservata che è stata ridotta gradualmente, fino a rimanere solo lei, lei
sola. Lei che ha finalmente con chi parlare, che vuole approfittare della
presenza dei vicini per raccontare ciò che non aveva mai confessato.

Norberto Presta interpreta Martita, una donna che rinuncia a tutto sedotta dalla
nostalgia per un passato che non gli appartiene, intrappolata in uno stile di vita che
accetta come unico, oppressa da un’ideologia che non può nemmeno riconoscere.
Perché? Per ignoranza? Per ingenuità? Per paura? Per amore?

LA BOUTIQUE FANTASQUE

sabato 22 e d0menica 23 febbraio ore 16,00

Musiche di G. Rossini

regia, arrangiamento e allestimento ALESSANDRO FERRARA
attore, mimo, marionettista

pianista concertista ANTONIETTA INCARDONA

E’ notte.
Da una finestra di una bottega di giocattoli filtra un raggio di luna.
I rintocchi di una campana risuonano.
Da una cesta pronta per essere spedita, una marionetta si muove e dichiara il
suo amore alla compagna-ballerina.
Tra le lacrime si accorgono che non possono cambiare il loro destino, ma…il
vecchio corsaro, (che fino allora non aveva mai preso la parola) annuncia che i
giocattoli faranno di tutto affinché loro non siano spedite all’altro capo del
mondo!
In questa semplice storia, riverbera tutta la sapienza musicale di un
Rossini che ha scelto proprio il “giocattolo” per veicolare il messaggio di una
musica “animista” e quindi “trasformatrice” dell’essere umano.
La Bottega Fantastica è un esempio di teatro musicale che annuncia il
“moderno”.
I personaggi, in altre parole, non restano ancorati al loro destino, ma diventano
artefici del proprio cambiamento.

ENDGAME

di Samuel Beckett

sabato 15 febbraio ore 21,00 e domenica 16 ore 16,00

Con Francesco Colombi, Marco Cuzzi, Antonia Fusano, Antonio Napoletano
Regia di Franco Ciani – aiuto regia di Clara Hauff
Luci di Giorgio Menegardo
Vincitore dei premi come miglior spettacolo, miglior attore e miglior attore giovane
al 72 Festival di Pesaro

in via Bianchi D’Espinosa angolo Graziano Imperatore 40 – Milano
Tel. 02 39311963 – 339 7156826 –info@argommteatro.it

Opera teatrale in un solo atto pubblicata nel 1957, 5 anni dopo Aspettando Godot, Endgame (Finale di partita) ne rappresenta l’estrema sintesi, ancora un non-luogo in cui i personaggi si rassegnano ad abitarlo, senza un vero inizio ed una vera fine.
Affrontare Endgame ha significato, per regista e attori, rinunciare a qualsiasi orpello, estetismo, compiacimento.
Senza possibilità di trasformazione, di manipolazione, perché Beckett ha già previsto tutto.
Tutto diventa implacabile essenza fin nella più piccola sillaba. Così come avviene in poesia.
Il senso della drammaturgia di Beckett, apparentemente criptico, pesca in quanto in uso in ognuno di noi.
Ci si ritrova facilmente a ridere e a commuoverci, per poi accorgerci che ci ridiamo e ci commuoviamo addosso.
Più che catarsi, osservazione leggera della umana solitudine:
“non c’è niente di più comico dell’infelicità”. E il tragicomico è che “non c’è più nulla da esprimere eppure va detto” (S.B.)
Un linguaggio composto da quanto utilizzato nel quotidiano e per tutta un’esistenza, in ogni comunicazione convenzionale, assente, apparente, falsamente interessata.
Una partita a scacchi tra personaggi e spettatori, anch’essi continuamente chiamati in scena.
All’interno di un cubo che può essere una stanza, un bunker, un loculo, quattro esseri, impegnati in un tragicomico epilogo delle loro esistenze, si inseguono in dialoghi come su di una scacchiera, nel tentativo di mettersi fuori da un gioco già finito da tempo.
Hamm non può alzarsi, Clov non può sedersi, i due vecchissimi genitori, Nell e Nagg, ormai dentro a bidoni della spazzatura.
Figure grottesche, spesso comiche e clownesche ci catturano in una successione sbalorditiva, immersi nell’altissima poetica Beckettiana.
Clov (sguardo fisso, voce bianca).
Finita, è finita, sta per finire, sta forse per finire. (Pausa)

Franco Ciani e Clara Hauff