La Bottega Fantastica

sabato 13 e domenica 14 ore 16,00

con
Alessandro Ferrara: Attore Mimo Marionettista
Antonietta Incardona Pianista Concertista
Musica di Gioacchino Rossini

La Bottega Fantastica

E’ notte. Da una finestra di una bottega di giocattoli filtra un raggio di luna.I rintocchi di una campana risuonano.Da una cesta pronta per essere spedita, una marionetta si muove e dichiara il suo amore alla compagna-ballerina.
Tra le lacrime si accorgono che non possono cambiare il loro destino, ma…il vecchio corsaro, (che fino allora non aveva mai preso la parola) annuncia che i giocattoli faranno di tutto affinché loro non siano spedite all’altro capo del mondo!

In questa semplice storia, riverbera tutta la sapienza musicale di un Rossini che ha scelto proprio il “giocattolo” per veicolare il messaggio di una musica “animista” e quindi “trasformatrice” dell’essere umano.
La Bottega Fantastica è un esempio di teatro musicale che annuncia il “moderno”. I personaggi, in altre parole, non restano ancorati al loro destino, ma diventano artefici del proprio cambiamento.

Rimaneggiata da Respighi, ma riuscendo a mantenere il brio e la vivacità del Rossini piu’conosciuto, quest’opera (poco visitata) rappresenta un momento godibile e poetico all’interno del panorama del teatro musicale
Sintesi perfetta tra azione scenica e musica eseguita, la Bottega Fantastica permette di addentrarsi nel mondo dei sentimenti umani con il sorprendente aiuto di giocattoli “parlanti”

Età consigliata: dai cinque anni
Obiettivo pedagogico: supportare la promozione all’ascolto musicale
Obiettivo didattico: stimolare i partecipanti alla produzione di un testo scritto sul significato di GIOCO e di GIOCATTOLO

 

La Città Del Sole

Argómm Teatro

presenta 

La Città Del Sole
(il crepuscolo della ragione in autodrammaturgia)

Prima Nazionale

giovedì 4, venerdì 5 e sabato 6 novembre 2021 ore 21,00

coordinamento drammaturgico Francesco Mazza
con Moreno Agnella e Ruggero Dinoia
musiche originali Eugenio Mazza
Scenografia Caterina Belloni
foto di scena Laura Beretta

 

Ispirato al romanzo “Sul filo del tempo”, di Marge Piercy ed. Eleuthera.
Si narra la storia di Connie, una portoricana di New York che vive una vita da emarginata.
Etichettata come ” malata di mente”, viene rinchiusa in manicomio. Connie è però sintonizzata sul futuro;
è in grado di comunicare con l’anno 2137 o forse solo di sognarlo, di immaginarlo vividamente come proiezione del presente.
La nostra riflessione si articola sul fatto che nell’immaginario attuale, la “concezione utopica”, ossia la capacità, la possibilità di immaginare altri mondi possibili, sia, almeno in “occidente”, ai suoi minimi storici.
Si è immersi in un “eterno presente”, in cui tutto sembra muoversi a velocità folle e ogni narrazione del mondo che provi ad essere esaustiva, universale, ricade su se stessa in un soffio: sogni che autoimplodono!
Una concezione dell’umano, un nuovo mondo per pochi eletti, dove la maggioranza della popolazione mondiale non sembra in grado di articolare immaginari differenti, capaci di contrastare questa visione di Uomo Nuovo.
Pensiamo che forse per conquistarsi il futuro, bisogna prima sognarlo.

Momo e Rojo immersi in uno spazio indefinito e surreale, nel bel mezzo di un trasloco, si pongono domande su Connie e con un indefinito e disperato ottimismo proiettano il loro presente dentro la storia stessa. Dapprima con cautela, poi sempre con più convinzione, incollano frammenti di vissuto, uno sopra l’altro, come manifesti sovrapposti che in una sorta di “Decollage”, ogni volta che se ne strappa un pezzetto si svela ancora un altro frammento, parziale, oscuro, nascosto, che li angoscia o li rende irragionevolmente euforici.
La ricerca protratta sempre di un gioco per continuare a darsi l’impressione di esistere, li spinge verso una Apocalisse esistenziale, verso la follia utopica che li trascina in un vortice emotivo tra presente e possibilità di futuro, che li fagocita totalmente e li consegna allo sfacelo del dubbio.